Marzo, la natura si risveglia

“Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri”

San Benedetto

A Marzo la natura si risveglia, con le prime giornate tiepide, c’è aria di primavera tutto intorno. Marzo è un mese di passaggio, qui la “cattiva” stagione si incontra con la nuova, freddo e caldo cercano di convivere, dividendosi la giornata. Lo sappiamo bene che l’inverno non è ancora finito e come suo solito un ultimo colpo di coda ci giocherà beffardo …. le previsioni dei prossimi giorni lo confermano, tornerà neve e gelo!

Prendo la mia mountain bike, mi bastano poche centinai di metri dall’imbocco della strada taglia fuoco per inoltrarmi nella natura. Il mio ingresso nel bosco è annunciato dal verso stridulo e sgraziato della ghiandaia, che da brava sentinella, sembra lanciare una sorta di allarme per tutti gli abitanti del bosco: “attenzione è arrivato un intruso”! Abilissima imitatrice, la ghiandaia, riesce a riprodurre molti rumori della natura, fino al miagolio di un gatto e perfino il pianto di un bambino. Nonostante il suo verso poco gradevole, ha un aspetto elegante e colorato. Adoro le striature azzurro brillante delle sue ali.

La ghiandaia…

Rallento la pedalata fino a fermarmi su un piccolo spiazzo, affaccio naturale sulla profonda valle generata dallo scorrere del fiume in basso. Mi fermo qualche istante in silenzio, ascolto e osservo. C’è una nuova vitalità nel bosco, non è più silenzioso come in inverno. Ora gli uccelli si sono fatti più vivaci, ognuno con il suo canto, come i componenti di un’orchestra, creano un piacevole accompagnamento musicale. Spiccano i merli, le cince, i fringuelli, i pettirossi … Gli fa eco il tamburellare del picchio, assai insistente, probabilmente è un maschio che delimita il suo territorio e richiama la femmina. Ogni tanto, un verso acuto si distingue come un assolo da questa orchestra. E’ la poiana che annuncia il suo maestoso volo nel cielo.

Nel bosco si percepiscono nuovi odori e cominciano a ritornare i colori. I primi a far capolino, lungo i bordi dei sentieri e nelle radure, sono i crocus, seguiti dalle gialle primule, le piccole margherite e le violette a mazzi. Negli angoli ombreggiati crescono le meravigliose anemoni epatiche, conosciute anche come erba trinità, incantevoli cespuglietti colorati dal viola al blu. Emergono, dalle foglie morte, in tutta la loro semplice bellezza ad animare il bosco con i loro colori.

Le anemoni epatiche, conosciute anche come erba trinità.

Riprendo a pedale. Anche se il mio passaggio in bici è più rumoroso del procedere a piedi, lungo la via, può capitare di sorprendere, qualche abitante del bosco. Tra questi i caprioli. Alcuni di loro, dopo pochi balzi, si fermano ad osservarmi incuriositi, altri più allarmati sembrano “brontolarmi” dietro con fare indispettito. In realtà, questo verso molto simile all’abbaiare roco di un cane, lo emettono quando sono insospettiti da qualcosa a cui non sanno dare spiegazione. A volte capita di incontrare una furtiva volpe, scorgere un acrobatico scoiattolo che fa capolino dietro il tronco degli alberi o il rocambolesco e rumoroso passaggio dei cinghiali. Più raro incontrare il maestoso cervo che con il suo regale portamento sembra poco intimorito da me e dalla mia bici.

Osservo il bosco che mi circonda, è composto in prevalenza da castagni. Alcuni di essi sono molto vecchi, segnati dal tempo, con ampie cavità e la corteccia corrugata. Con i loro rami nodosi, sembrano “abbracciarsi” e proteggersi. La strada sterrata, ora si fa sempre più stretta fino a trasformarsi in un single track un po’ tecnico. Mi concentro sulla guida della mia mountain bike… ma ho il cuore colmo di tutta questa bellezza.

Alice

il capriolo
Può capitare di sorprendere, qualche abitante del bosco…il capriolo.